Brioo s.r.l.: un punto di riferimento nel settore della suinicoltura italiana
Brioo s.r.l. è un’azienda nata nel 2007 con l’intento di recuperare strutture produttive e allevatori devastati dalla crisi della suinicoltura italiana, che ha colpito il settore proprio in quegli anni.
Brioo ha realizzato un piano di recupero di attività produttive, che senza il suo intervento sarebbero definitivamente scomparse, attivando una puntuale e costante formazione manageriale nei confronti degli allevatori.
Graziano Iacconi, ideatore di questo progetto è proprietario unico di Brioo s.r.l., è da sempre un punto di riferimento per quanto riguarda le attività legate al settore della suinicoltura. Grazie alla sua esperienza e al team di professionisti di cui si avvale, questo progetto è stato un successo.
Ad oggi, infatti, questa operazione di recupero ha portato Brioo a gestire 25 siti produttivi sparsi nel territorio lombardo ed emiliano. Fra questi il recupero della razza autoctona del suino Nero di Lomellina.
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La storia del nostro Nero di Lomellina
Agli inizi del 1900 la razza suina Nero di Lomellina (denominata anche Razza di Garlasco) popola l’alto vercellese in Piemonte e la zona della Lomellina in Lombardia.
La consistenza della razza, però, con il tempo si limita sempre più, sino ad arrivare nel 1950 circa, alla presenza solo di qualche capo nella zona di Cassolnovo e Vigevano, provincia di Pavia.
Proprio in quegli anni, Francesco Ubezio possiede un caseificio, con un piccolo allevamento di una decina di riproduttori di razza bianca nostrana annesso. Il figlio Domenico, che spesso lo accompagna nelle visite di cortesia tra allevatori, viene rapito dal mantello nero, dal simpatico musetto bianco e dalle balzane bianche del Nero di Lomellina e convince il padre a portarne alcuni capi nella sua azienda.
Da quel momento il Nero di Lomellina viene allevato dalla famiglia in piccoli numeri, a causa della sua scarsa prolificità, non perdendo mai di vista l’origine di questi soggetti, data la qualità delle sue carni, riconosciuta come una delle migliori. Successivamente, sono però stati utilizzati anche riproduttori di altre razze come Hampshire o Large Black, perdendo così la conservazione razziale e la rintracciabilità genealogica con l’originaria razza di Garlasco, alla quale il Nero di Lomellina è idealmente riconducibile.
Nel 2000 Domenico Ubezio, con le figlie Alessandra, Paola ed Elisabetta, intraprende un razionale recupero genetico a partire da pochi soggetti nati nell’inverno dell’anno successivo in un allevamento della Lomellina, con caratteristiche fenotipiche e produttive interessanti, riconducibili al Nero di Lomellina. Lo scopo è, infatti, quello di riproporre concetti di qualità e non più di quantità, in un’ottica di differenziazione.
Inizia così una rigorosa azione di moltiplicazione e selezione assistita da un gruppo di ricerca dell’Università di Milano e del CNR, volta a dare un contributo innovativo alla conservazione e alla produzione di biodiversità.
Negli ultimi anni il subentro di Graziano Iacconi e di un team affiatato, composto da Fabrizio, Walter, Flavia, Francesca, Miriam e Marta, ha permesso a questa operazione di continuare a evolversi. Ad oggi, infatti, abbiamo un nucleo di circa 120 riproduttori identificati, con il relativo ingrasso di circa 1000 capi.
Inoltre, ad aprile 2020 la razza suina Nero di Lomellina è stata riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali con Dm 12222 del 2 aprile 2020.
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